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Vandalismo, perché?
Vandalismo, perché?
Credo che sia semplicemente una questione di educazione civica, cultura,
mancata conoscenza a cui si deve porre rimedio per avere una società sana che
ami e rispetti il prossimo.
Dopo l’ultimo restauro
di qualche anno fa, il Belvedere è stato intitolato a don Italo Calabrò che ha
dedicato tutto il suo amore verso il prossimo, testimonianze sul suo percorso
di vita le troviamo
in questo libro di 120
pagine pubblicato a Reggio Calabria nel 1991.
Chi ha vandalizzato la
targa commemorativa e allo stesso modo chi porta il cane in quel luogo a fare i
bisogni e poi non pulisce, non ha mai saputo l’amore che questo parroco ha dato
a centinaia e centinaia
di bambini togliendoli
dalle strade e dalle mani della malavita.
Come per questo luogo
dedicato a una persona perbene, molti altri luoghi del paese, oltre
all’endemica incuria subiscono le ingiurie della violenza del vandalismo senza
che nessuno
si ponga realmente il
problema di come arginarlo. Ci si dedica sempre di più a feste, festine,
spettacoli e manifestazioni rumorose e di degrado, fastidiose alle orecchie di
chi riposa ma non si fa nulla per
far crescere le nuove
generazioni con una mentalità diversa da quelle che sono le cattive e
cattivissime abitudini del presente. Don Italo, per come ha vissuto la sua vita
e per quello che ha dato al prossimo, merita
qualcosa di diverso da
un posto tristemente abbandonato, sporco e sempre di più vandalizzato. Il
cambiamento passa per queste cose e non certo per un misero spettacolo in più o
una granita in meno consumata.
Nel 2025 la popolazione
residente sarà sotto le 9000 anime e quella reale ancora almeno 1500 in meno. Qualcosa mi sfugge ma chi è stato eletto per
cambiare il paese deve servire i cittadini e non il partito a cui appartiene.
Si prega gentilmente di
non strumentalizzare questo scritto perché nessuno prima di oggi ha mai provato
a cambiare le cose, la situazione di oggi è frutto di anni di cattivissimo
malgoverno cittadino, provinciale e regionale.
G.
S. 8 settembre 2024
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